Lupus Familiaris | proprio come accade nelle relazioni tra gli esseri umani, anche nel rapporto tra uomo e cane si attivano aspetti relazionali ed emotivi, caratterizzando e arricchendo l’incontro. Affinità e vicinanza psicologica entrano in gioco nel processo di scelta reciproca, attivando un circuito di proiezioni nell’altro, di parti di sé più o meno idealizzate; tale processo mostra aspetti di somiglianza anche nella dinamica coinvolta nella scelta del partner.
Diversi studi di psicologia comparata e di etologia affermano che il comportamento del cane ed il suo benessere, sono influenzati dal tipo di rapporto sociale ed affettivo che si instaura con l’umano. Il cane è il primo animale addomesticato entrato a far parte della famiglia umana; vivendo per molto tempo insieme, ominidi e cani si sarebbero condizionati reciprocamente, arrivando anche a condividere alcuni meccanismi mentali. Posso dire che il cane tende a mantenere una vicinanza fisica affettiva con le figure di attaccamento e che tale istinto lo porta a soddisfare le aspettative del padrone, anche solo per ricevere una carezza. Unito all’attaccamento, che è un fattore adattivo di base, si aggiunge anche la fedeltà che cani adulti nutrono verso il capobranco, ovvero chi si prende principalmente cura di lui e lo educa. Questi due processi, “attaccamento e fedeltà”, innescano una relazione in cui, in maniera circolare, si aggancia la risposta istintiva dell’essere umano.
L’azione di nutrire un animale è il primo passo per stabilire una relazione affettiva: un atto positivo per chi riceve il nutrimento e chi lo offre. Il cibo diventa, quindi, anche un forte mezzo di comunicazione che permette di stringere relazioni affettive e di consolidare i legami. E’ evidente come la risposta dell’uomo alle richieste del cane, sia soggetta ad un’elevata variabilità individuale, in quanto collegata ai nostri aspetti interni, intrapsichici, nati e costruiti sulla base di tutte le precedenti esperienze relazionali, sin dalla nascita. In ogni relazione di cura e richiesta di attaccamento, infatti, è come se fossimo guidati da modelli interni che ci spingono a dare una risposta verso lo stimolo ricevuto.
Parlare di una relazione con un animale equivale in qualche modo a parlare di noi stessi. Infatti, molte volte, attribuiamo agli animali da compagnia caratteristiche che sono propriamente nostre che, alle volte, non riconosciamo in noi stessi.
Molte ricerche dimostrano che tale relazione può apportare diversi benefici:
Stare insieme ad un animale ha effetti positivi sull’umore e sul senso di responsabilità; L’animale è fonte di affetto, compagnia e sostegno emotivo; Il rapporto con l’animale facilita le relazioni sociali, riducendo le barriere relazionali; Permette di avere relazioni più autentiche e di ricevere un sostegno emotivo; Insieme ad un animale si vivono meglio le emozioni.
Il mio compagno, è un Pastore Tedesco, cane molecolare di 7 anni, discriminatore seriale e detentore dell’odore del Tricloroanisolo. Vi garantisco che parla, non certo con le parole, ma con i suoi inconfondibili atteggiamenti che oramai, so riconoscere perfettamente, so quando ha fame, se vuole uscire, se vuole lavorare con l’olfatto, o se vuole oziare. E lui, sa bene cosa penso. SEMPRE.